Sono migliaia i personaggi che hanno reso famosa Londra, nel bene o nel male. Alcuni sono così intrinsecamente legati alla storia che contraddistingue la città, da esserne diventati parte. Così, per chi volesse approfondire i racconti di questa città affascinante, basta avere un po’ di curiosità in più per trovare pane per i propri denti.
E noi oggi cominciamo a raccontarvi la storia di qualcuno di loro, a voi tocca fare il passo in più, appassionandovi e facendo le “vostre ricerche”, possibilmente in inglese.
Partiamo da Jack lo Squartatore, uno dei serial killer più famosi, non solo della storia britannica, ma di quella mondiale, sul quale sono stati scritti articoli, libri, girati film, e del quale si discute ancora oggi per il mistero che ha da sempre avvolto la sua aura, anche perché le indagini sui suoi omicidi non sono mai state chiuse…
Quello di Jake lo Squartatore è il nome di un assassino che agì a Londra, nel quartiere di WhiteChapel nel 1888, il suo nome in inglese è Jake the Ripper. La polizia riuscì a chiamare così quel terribile assassino quando arrivò una lettera alla Central News Agency, nella quale qualcuno si firmava in questo modo raccontando di essere l’autore di quegli assassinii che misero terrore non in un unico quartiere.
Le vittime attribuite al killer sono cinque, ma secondo chi ha studiato la storia dello Squartatore sarebbero molte di più, anche perché chi uccideva sceglieva ai margini della società andando a cercare tra le prostitute che prima sgozzava e poi sventrava. Il nome della prima vittima accertata è Mary Ann Nichols, poi toccò a Annie Chapman, quindi ad Elizabeth Stride, Catherine Eddowes e Mary Jane Kelly, ma i criminologi che valutarono il modus operandi del carnefice dissero che il numero delle vittime arrivava fino a sedici. Sono infatti altre sei le donne uccise i cui nomi potrebbero essere associati proprio a quello dello Squartatore.
Il caso riempì i giornali londinesi per mesi, per anni. Anche perché alla polizia arrivarono migliaia e migliaia di lettere di persone che giuravano di avere visto l’assassino in azione, alcuni dicevano di essere loro stessi gli assassini, lettere che comunque, nella maggior parte dei casi, sono state considerate essere scritte da mitomani. Ma sono tre quelle sulle quali si concentrò lo sforzo di Scotland Yard.
La numero uno, quella in cui per la prima volta si legge la firma di Jack The Ripper, è datata 25 settembre 1888, ma in un primo momento la polizia non la ritenne autentica e quindi non ne fece nulla. Poi arrivò una cartolina, il primo ottobre 1888, in cui lo Squartatore annunciava la morte di altre due vittime, ed effettivamente qualche giorno prima, nel giro di un’ora erano stati ritrovati due corpi mutilati. Nell’ultima lettera, indirizzata al capo della Commissione di Vigilanza di WhiteChapel, e datata 16 ottobre 1888, l’assassino cominciava dicendo “From the Hell”, ma quella lettera era accompagnata anche da una macabra testimonianza, una scatola che conservava un rene umano in alcol etilico, ed uno dei reni di una delle vittime non venne ritrovato nel corpo.
Il profilo criminale di Jack lo Squartatore fu fatto per la prima volta da Thomas Bond che prese parte all’autopsia sul corpo di Mary Jane Kelly il 10 novembre di quel terribile anno. Il medico forense definì la causa degli omicidi come di natura sessuale, ma tenne a precisare che sul corpo non c’erano segni di violenza sessuale, perché gli eventi scatenati sul corpo della donna contraddistinguevano invece una brutale misoginia che caratterizzava l’assassino, un maschio prestante che probabilmente andava in giro con un mantello per confondersi tra la folla e che alle donne appariva come un uomo innocuo. I tagli sul corpo della donna per Bond non erano stati fatti da un medico o da un macellaio, non da un esperto insomma. Le indagini continuarono e non si arrestarono mai, anzi finirono sui libri appassionando gli autori dell’epoca, primo fra tutti Arthur Conan Doyle che prese ispirazione da un altro medico che si interessò al caso, Joseph Bell, per delineare la figura di Sherlock Holmes.
In quel periodo i principali sospetti caddero su diversi uomini, tutti, o quasi, facenti parte dell’alta società londinese e venne fuori anche il nome del principe Edward, figlio del Re Edoardo VII.
Il caso ancora oggi è irrisolto, ma è certo che questa storia è legata intrinsecamente a quella di Londra e, se decidete di andare a fare una vacanza sulle sponde del Tamigi, dovete sapere che sono diversi i tour organizzati proprio nei luoghi in cui l’assassino dal nome indimenticabile agì in quell’autunno del 1988.