Dopo le recenti rivelazioni circa le presunte origini messinesi di Shakespeare, “crolla il mito” di un’altra icona anglosassone: Sherlock Holmes, il detective figlio della penna di Sir Arthur Conan Doyle.
Le indagini della Buckley su questo detective nato nel centro povero di Manchester vanno davvero a fondo.
Fin qui le similitudini, ma a differenza di Sherlock Holmes, Jerome veniva dai bassifondi, negli slums di Manchester, rimase orfano, la sua scuola fu la strada dove imparò a leggere e a muoversi fra piccoli criminali e povera gente disposta a tutto. Finchè a 23 anni entrò in Polizia e cominciò a fare carriera: dai ladruncoli alla criminalità organizzata e agli omicidi
Caminada fu uno fra i più brillanti e geniali poliziotti vittoriani, il primo a raggiungere l’alto grado di Superintendent nel dipartimento di investigazioni criminali della città di Manchester. «Jerome Caminada – ha detto la biografa – alla fine del XIX secolo diventò un personaggio di fama nazionale, proprio negli anni in cui veniva ideato Holmes. Ci sono così tante similitudini che è chiaro come Doyle si sia ispirato a questo personaggio reale». Insomma, Caminada come Holmes! Forse sarebbe meglio dire Sherlock come Jerome spesso usava travestimenti originali e credibili per acciuffare gli assassini, metodi estremamente originali quasi poco ortodossi, e dunque le innumerevoli e mirabolanti gesta raccontate da Conan Doyle si sarebbero ispirate a quelle realmente compiute dall’investigatore di Manchester.
Un’ipotesi ardita, quella formulata dalla Buckley. Ma ampiamente motivata all’interno del suo libro inchiesta e appoggiata da diverse persone. E’ ovvio che non si potrà mai avere una conferma ufficiale della questione, ma che sia italiano o no è davvero curioso pensare che il pane della fantasia di Doyle sia stato un investigatore realmente esistito.