Ogni giorno siamo un po’ tutti vittime di spam. Sui social network, sulle nostre caselle di posta, ma sempre più spesso anche sui nostri telefonini, arrivano messaggi più o meno graditi che, nella maggior parte dei casi, ci fanno subito levare gli occhi al cielo.
In questi casi usiamo la parola inglese spam, che deriva da spamming e che in italiano viene clonata in spammare. Ma da cosa deriva questo termine?
L’idea è venuta da uno spettacolo di un comico del Monty Python’s Flying Circus che raccontava di essere stato in un locale dove ogni piatto proposto dalla cameriera era a base di “Spam”, ovvero di una carne in scatola. Uova e spam, salsicce e spam, pasta e spam e così via. Lo scherzo è nato per il fatto che la pubblicità di quella carne in scatola era diventato un vero e proprio tormentone negli anni che seguirono la Seconda Guerra mondiale. Il prezzo era economico e quindi molti inglesi mettevano in tavola la Spam.
Anche oggi, nella maggior parte dei casi, lo spam viene utilizzato per la pubblicità e, per fortuna, con un numero crescente di email cresce anche il numero dei software antispam che vengono diffusi.
Come si chiama chi fa spam? Spammer ovviamente!