Bridge uguale Inghilterra, l’equazione in questo caso è d’obbligo.
Oggi vi raccontiamo del gioco di carte più popolare al mondo, giocato in casa tra amici, ma anche in tornei nazionali ed internazionali, campionati mondiali ed olimpiadi.
Le sue origini risalgono al lontano Ottocento, quando il suo antenato “Whist” dilagava in Inghilterra. Questo, a differenza di molti altri giochi di carte, si diffuse principalmente tra la gente umile prima che fra gli aristocratici.
Nel Whist i giocatori erano tre e le regole di gioco, così come le caratteristiche, erano simili, ma ancora molto lontane da quelle del Bridge moderno. Al Whist, nel 1873, subentrò il “Whistbridge” in cui si giocava in quattro giocatori divisi in due coppie. Questa nuova sfumatura di svago risultò talmente piacevole e divertente da diffondersi in poco tempo in tutto l’Impero britannico e non solo, perché gli ufficiali inglesi, di stanza in Oriente, non rimandavano mai una partita e il gioco si diffuse capillarmente in Turchia e in India.
Proprio in India nel 1902 tre funzionari britannici, in mancanza di un quarto compagno, adattarono le regole inventando la figura del “morto”, creando una specie di asta per aggiudicarsi la possibilità di utilizzare le carte della persona mancante e dando vita all’ “Auction Bridge”, nel quale venne introdotta la dichiarazione (caratteristica distintiva del Bridge moderno).
Fin qui la storia “antica”, ma le basi vere di questo gioco vennero poste definitivamente nel 1925 da Harold Vanderbilt, ricco statunitense e tra i migliori giocatori di Bridge dell’epoca.
Nel giro di poco tempo nacquero anche le prime competizioni ufficiali. Il primo Campionato europeo ebbe luogo a Scheveningen (Paesi Bassi), nel 1932, ed era riservato solo agli uomini. Vent’anni dopo fu fondata la Federazione mondiale del Bridge (World Bridge Federation – WBF). Con il patrocinio di quest’ultima, qualche anno dopo, furono organizzate le prime Olimpiadi di Bridge.
Ma da dove deriva la parola “Bridge”?
Secondo alcuni deriverebbe dal fatto che fra i due compagni di una coppia si crea, mediante la dichiarazione, un “ponte comunicativo” (bridge). Un’altra ipotesi, più accreditata, spiega come l’origine della parola “Bridge” sia legata al fatto che gli addetti dell’Ambasciata Inglese, a Costantinopoli, per andare a giocare al caffè “Le Khédive” dovevano ogni giorno attraversare il “Galata Bridge”, un ponte che univa le città di Galata e Pera.
Notizie e Curiosità
– Gli americani hanno sempre dominato i tornei internazionali fino al 1957, quando gli italiani cominciarono il loro incredibile periodo di vittorie, aggiudicandosi per dieci volte consecutive il campionato mondiale. Ancora oggi sono Stati Uniti ed Italia a vantare il maggior numero di vittorie al gioco del Bridge.
– Il Bridge viene spesso preso come esempio di studio nella teoria dei giochi e nel calcolo delle probabilità. I meriti dal punto di vista formativo, sia accademico che professionale, sono stati più volte messi in evidenza.
– Una delle più grandi scrittrici di tutti i tempi, Agatha Christie, ne fa una componente essenziale del suo romanzo “Carte in tavola”, in cui il celebre investigatore Hercule Poirot è un campione indiscusso del Bridge.
– Non solo il Bridge ma i giochi di carte in generale hanno da sempre una forte matrice anglosassone.
Forse non tutti sanno che la regina Elizabeth I, essendo a conoscenza dell’indistinta diffusione dei giochi di carte sia tra il popolo che tra l’aristocrazia, impose addirittura una tassa sulla produzione di carte da gioco, generando ricavi significativi per la Corona. Non a caso l’asso di picche ha un aspetto così distintivo: esso rappresentava il timbro ufficiale della certificazione per indicare che la tassa inglese era stata pagata per quel mazzo di carte.
Vademecum:
– Regole
Il gioco è composto da due fasi, la dichiarazione e il gioco della carta vero e proprio. La dichiarazione termina con un contratto, vale a dire con l’impegno da parte di una delle due coppie di conseguire un determinato numero di prese, stabilendo un seme assunto come briscola (atout). La presa consiste nell’insieme delle quattro carte giocate a turno dai giocatori, per cui in ogni mano ci sono 13 prese possibili. Lo scopo del gioco è ottenere il maggior numero di punti.
Il punteggio è influenzato da due fattori: il contratto e il numero di prese effettivamente conseguito.
– Numero dei giocatori
Quattro giocatori distribuiti in due coppie, l’una contro l’altra. Le coppie prendono il nome dei punti cardinali: Nord/Sud contro Est/Ovest;
– Numero delle carte
Sono tredici, distribuite all’inizio di ogni mano;
– Campione del mondo attuale
L’Italia. Nel 2013, dopo otto anni d’attesa, è tornata a conquistare la medaglia d’oro al Bermuda Bowl, il nome con cui viene designato il campionato mondiale a squadre di Bridge, organizzato dalla WBF (World Bridge Federation).