L’Inghilterra, si sa, da sempre è terra di innovazioni, scoperte e nuove invenzioni che, in molti casi, hanno rivoluzionato il mondo e cambiato il corso della storia. Tra queste la nascita della Magna Carta.
Emanata in seguito alle forti pressioni esercitate da un gruppo di potenti baroni del Regno d’Inghilterra su re Giovanni, che si vide costretto a concederla, lo scorso 15 giugno quest’importante documento ha festeggiato gli 800 anni di vita.
L’ottocentesimo anniversario è stato celebrato in tutto il mondo anglosassone con esibizioni delle copie del documento e rievocazioni storiche. Per l’occasione è stato anche aperto un account su Twitter.
La regina Elisabetta ha presenziato alla cerimonia ufficiale tenuta a Runnymede Meadow, sulle rive del Tamigi, dove nel giugno 1215 re Giovanni appose il suo sigillo al documento che viene considerato il primo riconoscimento dei diritti e delle libertà su cui si fondano le moderne democrazie.
Scritta in latino, la Magna Carta sanciva una serie di limiti al potere del sovrano inglese. Ad ogni suddito dovevano essere concessi una serie di diritti individuali fondamentali. Da quel momento in poi, nessuno, nemmeno il re, poteva più considerarsi al di sopra della legge. Questi non avrebbe più potuto imprigionare alcun uomo libero senza prima concedergli il diritto ad un processo.
Da allora è cresciuto un vero e proprio “mito” della Magna Carta Libertatum che, nei secoli, ha fatto della stessa l’elemento fondante, oltre che del moderno stato di diritto, della stessa democrazia.
Nonostante il suo nome sia legato all’emissione di un documento così importante, non si può certo dire che re Giovanni fu un buon sovrano per i sudditi inglesi. Anzi, sono in molti ad affermare che fu il peggiore re che l’Inghilterra abbia mai avuto.
Molti di noi lo ricordano soprattutto per la versione a cartoni animati di Walt Disney, il leone inetto e vanitoso che viene ripetutamente preso in giro da Robin Hood, ma re Giovanni d’Inghilterra, detto anche Giovanni Senzaterra, durante il suo regno commise crimini e malvagità di ogni tipo.
Solo per darvene un assaggio, imprigionò sua moglie, assassinò suo nipote – nonché un’intera parte della sua famiglia, lasciò morire di fame alcuni suoi oppositori, impose tasse insostenibili. Si potrebbe continuare all’infinito. Non è un caso se nel mondo anglosassone è passato alla storia come “Bad King John” e se nessun altro re britannico ha più portato il suo nome.
Re Giovanni non poteva smentire la sua fama di sovrano crudele e incapace, nemmeno in seguito all’emissione di uno dei documenti più importanti della storia… così cercò subito di abolirla.
Poco tempo dopo averla concessa, il re chiese a papa Innocenzo III di annullarla, ottenendo una bolla pontificia che definiva il documento “illegale, ingiusto, dannoso per i diritti del sovrano; una vergogna per il popolo inglese”.
Non fosse stato per un bambino di nove anni, re Enrico III, succeduto al padre (re Giovanni), morto per dissenteria, la Magna Carta dopo appena due mesi di vita avrebbe visto la fine dei suoi giorni. Per sedare la nuova rivolta dei baroni, la Magna Carta fu, infatti, riemessa in suo nome, e quando il nuovo re raggiunse la maggiore età, nel 1225 ne sigillò la versione definitiva.
Una storia tribolata quella della Magna Carta, che tra vari accadimenti e peripezie è riuscita a spegnere la sua 800esima candelina, rappresentando, tutt’oggi, uno dei documenti più antichi e più importanti d’Europa.