La storia dello champagne… parla inglese

cocktail-di-champagneÈ uno dei vini francesi più famosi al mondo, oltre che uno dei più costosi. Questo ci fa credere che vi starete certamente chiedendo perché oggi abbiamo deciso di parlarvi dello champagne, prodotto in Francia, nella omonima regione.

E’ semplice, al contrario di quanti molti pensano, l’invenzione dello champagne non si deve ai transalpini, ma ai loro “rivali” per eccellenza: gli inglesi.

Molti potrebbero essere costretti a rivedere una convinzione assodata da tempo, altri potrebbero rimanerne alquanto sorpresi, i francesi potrebbero addirittura prenderlo come un oltraggio, ma la storia parla chiaro: ad inventare il vino più famoso al mondo non sono stati loro.

Già nel lontano Cinquecento i britannici si mostravano dei veri e propri appassionati del vino frizzante. Ai barili di vino giovane e fermo importato dalla Champagne aggiungevano infatti zucchero e melassa per farlo fermentare.

Negli anni successivi, un Atto emanato dal Parlamento inglese nel 1615, avrebbe dato ulteriore importanza al ruolo svolto dai britannici nell’invenzione dello champagne.

La legge, infatti, proibendo l’uso della legna (e relativo carbone) nelle vetrerie, fece sì che un certo Sir Kenelm Digby – avventuriero, diplomatico e scienziato inglese – mettesse a punto un particolare tipo di vetro, robusto ma allo stesso tempo sottile, e dotato di una colorazione scura.

Sir Digby non si limitò a questo. Oltre ad inventare i tappi per conservare il vino frizzante tanto amato dagli inglesi scoprì e dimostrò anche che, grazie alla nuova tipologia di vetro, la bottiglia che conteneva lo “spumeggiante” vino bianco sarebbe stata capace di resistere «ad una pressione di sei atmosfere», per utilizzare le sue parole.

Basterebbe già questo per attribuire alla storia dello champagne una forte matrice britannica, ma gli inglesi non si sono fermati qui.

Fu lo scienziato inglese Christopher Merret, infatti, a definire il famigerato “méthode champenoise”, il metodo utilizzato ancora oggi per preparare lo champagne: si aggiungono zucchero e melassa al vino per creare una seconda fermentazione che poi trasforma lo stesso in champagne.
Merret illustrò il suo metodo in un documento che consegnò alla Royal Society nel 1662: ben quarant’anni prima che il leggendario Dom Perignon (il celebre monaco francese benedettino erroneamente ritenuto l’inventore dello champagne) inventasse il suo.

E la Francia allora? I francesi hanno il merito di aver aggiunto allo champagne raffinatezza e capacità commerciale, ma è bene precisare che fu solo nel 1876 che perfezionarono il moderno sapore secco o brut. E sapete perché lo fecero? Per esportarlo in Inghilterra!

Per evitare ulteriori diatribe tra due paesi rivali da sempre il nostro excursus sulla storia dello champagne finisce qui.
Un’ultima precisazione però è doverosa. La classica “coupe” da cui si beve lo champagne non si basa su un calco del seno di Maria Antonietta. Fu realizzata per la prima volta nel 1663 ben prima del suo regno. Dove? È presto detto: in Inghilterra.
Non ce ne vogliano i francesi!

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