La Sicilia è sempre stata considerata una prestigiosa e attraente meta di viaggio, viste l’archeologia e l’arte greca e romana, il barocco, le meraviglie naturalistiche come l’Etna (con l’ascesa al cratere) e le isole Eolie. In particolar modo nella seconda metà del Settecento, quando la Trinacria diviene non più un’appendice insolita al Grand Tour italiano ma semplicemente una tappa indispensabile.
Questo avvenne soprattutto dopo il viaggio di Goethe in Sicilia, ma i viaggiatori stranieri che raccontano e descrivono la Sicilia di quel periodo sono davvero numerosi, tanto da aver ispirato Vincenzo Bonaventura nella stesura di un volume dal titolo “La Sicilia al tempo del Grand Tour. L’Isola vista dai viaggiatori stranieri della seconda metà del Settecento”.
Qui le suggestioni diverse compongono un ritratto variegato della Sicilia, ricco anche di immagini e suggestioni visive. Fra queste anche la visione di Friedrich Maximilian Hessemer che nelle sue “Lettere dalla Sicilia” all’inizio dell’Ottocento definiva l’isola come “il puntino sulla i dell’Italia […] il resto d’Italia mi par soltanto un gambo posto a sorreggere un simil fiore”. Continua a leggere